SISTEMI ORDINATI E SISTEMI NON ORDINATI
Per parlare di strategia in ambito formativo dobbiamo prima parlare dei sistemi che una strategia deve affrontare.
Possiamo dire che i sistemi si dividono in due macro categorie: sistemi ordinati e sistemi non ordinati e ciascuno di essi si suddivide ulteriormente in altre due categorie. Per cui sistemi ordinati possono essere semplici o complicati, mentre i sistemi non ordinati possono essere caotici o complessi.
In questo momento ci basti sapere che un sistema semplice è un sistema dove tutti gli elementi e le variabili sono note, se ne conoscono i dettagli e quindi una soluzione adottabile per impostare una buona strategia è sicuramente quella di seguire le best practice. In un contesto semplice, quindi, la strategia che dobbiamo adottare sarà semplicemente quella di implementare e monitorare.
Al contrario, sempre nell'ambito dei sistemi ordinati, un sistema complicato, invece, è un sistema nel quale è necessaria una fase di analisi, proprio perché le variabili in gioco sono molte e l’analisi consente di approfondire la conoscenza di quella situazione. Una volta approfondita la conoscenza si va ad elaborare una pianificazione e infine si va a sviluppare una implementazione. Naturalmente da questa impostazione discendono le tecniche di definizione della strategia, i tool diagnostici, i KPIs. In sostanza si configura in questo schema tutto l'approccio alla strategia dei tempi moderni tutto molto basato su partire da una situazione esistente e andare verso una situazione desiderata elaborando un piano d’azione.
Se andiamo a parlare invece di sistemi non ordinati, i sistemi complessi richiedono una strategia diversa. In questo caso la complessità sta nel fatto che agire su alcuni elementi potrebbe portare impatti su altri elementi, che non possiamo inizialmente valutare e quindi nel momento in cui andiamo a fare un'analisi questa non necessariamente ci aiuta a definire un piano di azione.
Nel gestire di sistemi complessi, dunque, la chiave di volta è probabilmente quella di definire un'azione diciamo rapida esplorativa, non ancora definitiva andare ad osservare gli effetti e quindi proprio perché era non è definitiva ed esplorativa occorrerà misurare osservandone nella realtà gli effetti prodotti, apprendere da questi effetti e quindi saper dire se stiamo andando nella giusta direzione oppure se ancora qualcosa deve essere sistemato, a questo punto adattare il nostro sistema, la nostra strategia ed eventualmente dare vita ad una seconda nuova azione modificata rispetto alla prima, che di nuovo ci porterà ad osservare, apprendere ed eventualmente ad adattare. Quindi una serie cicli, uno dopo l’altro, che ci permettono per continue azioni, osservazioni e adattamenti di avvicinarci sempre di più alla meta finale.
Da ultimo il tema dei sistemi caotici. Qui evidentemente la parte di osservazione e la parte di apprendimento possono essere inutili o quasi del tutto inutili perché appunto la dinamicità, l’imprevedibilità non permettono di andare a definire delle situazioni puntuali da osservare quindi sulle quali andare ad acquisire un apprendimento, e quindi l'unico criterio di azione è l’azione e l’adattamento continuo